Perché assumere proteine se si va in palestra

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Le proteine sono l’integratore più amato dagli sportivi ed effettivamente si tratta di un prodotto che può risultare utile su molti fronti. La maggior parte di chi le assume deve far fronte al dubbio circa il dosaggio migliore e alle modalità di assunzione. Nell’approfondimento di oggi vogliamo chiarire alcuni aspetti legati all’introduzione di un integratore di proteine nella propria routine sportiva.

Le proteine esplicano diversi compiti a seconda della propria struttura e dalla facilità di legarsi con differenti molecole. Esse contengono gli aminoacidi che possono partecipare in maniera specifica a determinate funzioni regolatrici e biologiche che avvengono nel nostro corpo.

Integratori proteine per sportivi: tutte le funzioni

Attraverso un integratore di proteine ad esempio possiamo predisporre un miglior assetto ormonale, regolare il metabolismo – dato che tanti enzimi sono proprio di matrice proteica – e svolgere una funzione di tipo plastico. Questo significa che gli aminoacidi costituiscono i mattoni per la costruzione delle proteine muscolari, costantemente soggette a turn over.

Le proteine servono a costruire le membrane cellulari e a realizzare le fibre necessarie alla contrazion, quelle che ci consentono il movimento. Esse inoltre contribuiscono al trasporto di nutrienti e di ossigeno all’interno del flusso ematico, migliorano il sistema immunitario nel caso delle immunoglobuline, proteggono la pelle e partecipano alla trasmissione dei caratteri genetici.

Dalla sintesi proteica alla digestione, ecco che gli integratori di proteine possono rivelarsi estremamente efficaci, soprattutto nello stile di vita di un sportivo.
Di tutti i venti aminoacidi presenti in natura solo otto o nove sono considerati però essenziali nel senso che il nostro organismo non può sintetizzarli autonomamente oppure ne produce un quantitativo inferiore al fabbisogno. Gli aminoacidi essenziali vanno quindi introdotti attraverso l’alimentazione o specifici supplementi alimentari.

Il valore biologico delle proteine

Per determinare la qualità di una proteina bisogna conoscere il suo valore biologico ossia la quantità di proteine sintetizzata dall’uomo utilizzando come precursore quella che viene ingerita con l’integratore o con il cibo.
Se le proteine dell’uovo ad esempio sono caratterizzate da 97 come valore biologico vuol dire che assumendo 100 g di proteine dell’uovo l’organismo può produrre 97 g delle proprie. Da questo punto di vista le proteine animali hanno una resa superiore rispetto alle vegetali. Per quanto riguarda la qualità degli aminoacidi e la facilità di digestione, lo spettro aminoacidico risulta equivalente anche nelle fonti vegetali a patto che vengano assunte in maniera varia, equilibrata e sinergica (proteine della canapa e del pisello ad esempio risultano complementari, così come in genere legumi e cereali integrali).

L’integrazione proteica viene suggerita alla maggior parte degli sportivi ed in particolare a quelli che frequentano regolarmente le palestre, ai body-builder, al chi si dedica al fitness, alla maratona e così via. Anche chi segue una alimentazione prevalentemente vegetale può ricorrere a questi integratori per completare la propria dieta.

Come si differenziano le proteine integratori

Esistono diverse categorie di proteine, che si distinguono per tempi di assimilazione e valore biologico. Le proteine del siero di latte (whey) hanno un valore biologico vicino al 100 e possono essere ottenute attraverso vari meccanismi di lavorazione, dalla filtrazione allo scambio ionico. I processi attraverso cui le proteine sono ricavate fanno in modo che il prodotto finale presenti un quantitativo percentuale di proteine superiore rispetto ai grassi e ad altre sostanze non desiderate.

La caseina detiene un valore biologico inferiore ad 80 e risulta particolarmente saziante per via della caratteristica chimica che le contraddistingue di attirare acqua – risultando però più pesante da digerire e adatta a periodi di digiuno come ad esempio la fase notturna.

Si tenga presente che la cottura degrada il valore biologico delle proteine ed è importante associare diverse fonti per garantire al corpo tutto il pool di micronutrienti necessari. Il fabbisogno proteico di una persona in salute è stimato intorno al grammo per ogni chilo quotidiano ma per quanto riguarda la pratica sportiva il fabbisogno risulta superiore (da 1,5 fino a 2 grammi ad esepmio) e può essere stimato in maniera precisa con l’aiuto di tabelle facilmente rintracciabili on-line o in maniera ancora più analitica con l’intervento di un professionista.

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