Il soggetto iperlipogenetico: allenamento ideale

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L’individuo iperlipogenetico è di solito caratterizzato da un fisico forte e robusto sia dal punto di vista muscolare che osseo; nell’elasticità invece risulta più carente e questo si riflette su una maggiore rigidità anche delle pareti vascolari che si traduce con una superiore predisposizione a patologie quali ipertensione e sofferenze cardiovascolari.

L’agilità quindi non è una caratteristica di questo morfotipo mentre il suo accumulo di grasso avviene soprattutto nella parte superiore del corpo in particolare nelle viscere nell’addome. Questo tipo di accumulo aumenta il rischio cardiovascolare e quindi l’allenamento dovrà prediligere l’attività aerobica.

Cicolazione e flessibilità per l’iperlipogenetico

L’individuo iperlipogenetico stimolerà quindi con l’attività fisica in particolare il suo sistema cardiovascolare e la flessibilità, preoccupandosi meno della forza. Il suo allenamento aerobico avverrà al circa 75% della frequenza cardiaca massima per tre o quattro volte a settimana in una durata di almeno 45 minuti. Scegliendo intensità più basse si andrà a privilegiare il metabolismo che ossida i grassi, comunque l’iperlipogenetico è normalmente di natura già un buon bruciatore di grassi che elimina più facilmente a scopo energetico soprattutto in abbinamento a un’alimentazione corretta.
Per quanto riguarda la flessibilità, la disciplina dello Yoga è molto adatta anche per il suo effetto antistress e lo stesso discorso vale per discipline come il Tai Chi. L’iperlipogenetico che vuole allenarsi per la forza sceglierà un allenamento a circuito con esercizi alterni aerobici come cyclette, tapis roulant e step ed anaerobici di tonificazione.
Questo morfotipo infatti è particolarmente reattivo sia alla dieta che all’attività fisica.

Caratteristiche dell’attività fisica per l’iperlipogenetico

Gli allenamenti non devono essere particolarmente lunghi ed è opportuno alternare 7 giorni ad alta intensità e 7 giorni di intensità minore per non alzare troppo lo stress e il cortisolo. Possono bastare tre volte a settimana per sessioni da circa 40 minuti e nella settimana bassa intensità gli allenamenti possono essere svolti al mattino o alla sera senza particolare attenzione all’orario.

Nei 7 giorni ad alta intensità invece sarebbe meglio allenarsi la sera per non alzare troppo il cortisolo al mattino; nel caso in cui attività aerobica e anaerobica venissero programmate distintamente, l’aerobica andrebbe svolta preferibilmente al mattino quando l’esercizio anaerobico trova il proprio carburante ossia il glucosio più presente. L’attività anaerobica potrebbe essere collocata nel primo pomeriggio, prima di un pasto ricco di glucidi, quando la glicemia dovrebbe risultare più bassa sia perché il cortisolo è diminuito e sia perché prima sono stati consumati pasti a prevalenza proteica, favorendo l’ossidazione dei grassi in via preferenziale.

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