Aminoacidi ramificati fegato: fanno bene o fanno male?

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Aminoacidi ramificati fegato: fanno male come a volte si sente dire, oppure bisogna analizzare meglio l’argomento per comprendere il reale meccanismo di assimilazione di queste sostanze? In realtà quella degli aminoacidi ramificati che fanno male al fegato, è una delle domande più frequenti che si sente porre nell’ambito della nutrizione sportiva e la risposta non è, purtroppo, sempre univoca.

Spesso infatti si sente affermare che gli aminoacidi ramificati arrechino danni quando vengono assunti sotto forma di integratore, ed in particolare molti credono che possano provocare problemi a carico dell’organo epatico, procurandogli un eccesso di lavoro. Questo approfondimento è dedicato quindi a comprendere la reale assimilazione dei BCAA e perché essi in realtà non facciano male al fegato.

Aminoacidi ramificati fegato: sfatiamo il mito dei danni epatici

I BCAA hanno un metabolismo differente rispetto a tutti gli altri aminoacidi: quello che li caratterizza infatti, è che una volta ingeriti non hanno bisogno di digestione e quindi passano rapidamente attraverso gli organi digestivi fino a raggiungere l’intestino dove vengono assorbiti. Anziché passare dal fegato, quindi entrano direttamente nel flusso ematico e questo meccanismo già da solo dovrebbe essere sufficiente a sfatare il mito di danni epatici da parte dei ramificati.

Qualora questo non fosse sufficiente, esiste anche uno studio molto recente pubblicato su Pubmed nel 2013, in cui vengono studiati gli effetti di una somministrazione orale di ramificati in pazienti affetti da cirrosi epatica, patologia che già da sola compromette il funzionamento di quest’organo.

Gli scienziati hanno verificato le conseguenze della somministrazione di aminoacidi ramificati a carico dei soggetti già debilitati al fegato. Lo studio ha comparato 60 pazienti, la metà dei quali è stata trattata con 12 g al giorno di ramificati per tre o più mesi, mentre l’altra metà non è stata oggetto di integrazione. I risultati sono stati sbalorditivi, dato che le percentuali hanno ampiamente dimostrato che l’integrazione orale di ramificati ha addirittura ridotto l’incidenza del carcinoma epatico in pazienti affetti da cirrosi.

Considerando quindi le funzionalità già fortemente compromesse, l’integrazione dei ramificati ha avuto addirittura un effetto contrastante la patologia e viene spontaneo dedurre che in un soggetto sano che si allena regolarmente, questo tipo di integratore non possa in alcun modo essere correlato ad eventi negativi per l’organo epatico stesso.

Aminoacidi ramificati fegato: e i reni?

Per quanto riguarda i danni ai reni bisogna aprire una parentesi: gli aminoacidi sono i mattoni che costituiscono le proteine, quindi il loro metabolismo è legato a quello di questo nutriente. Si pensa in genere che un eccesso proteico comporti danni a carico dei reni ma questa interpretazione è smentita dagli studi che dimostrano che la funzionalità renale viene in effetti si modificata da un maggior apporto proteico, ma si tratta di un adattamento fisiologico e naturale. Riassumendo i risultati di diverse pubblicazioni, sembra che l’assunzione di proteine entro i 2,5 g per ogni chilo di peso corporeo, in soggetti ben allenati, non comprometta la funzione renale.

I ramificati quindi si possono utilizzare in sicurezza ma se il soggetto soffre già di problemi ai reni esiste effettivamente un rischio per l’eccesso proteico, in termini di peggioramento della condizione clinica dell’organo esistente: un rene malato fa più fatica infatti ad eliminare l’azoto che viene liberato dalla digestione degli aminoacidi.

Possiamo quindi concludere che gli aminoacidi ramificati non fanno male, ma sono essenziali per numerose funzioni e apportano benefici per la salute:

  • migliore reattività
  • migliore umore
  • effetto protettivo nei confronti del fegato
  • migliore sensibilità insulinica e tolleranza al glucosio
  • sostegno immunitario
  • migliore sintesi proteica
  • contrasto ai fenomeni catabolici
  • stimolazione dell’ormone della crescita
  • minor senso di fatica
  • aumento della resistenza

Un’integrazione di BCAA è quindi consigliabile agli sportivi (salvo preesistenti patologie renali), rispettando le dosi consigliate dalle etichette e dal proprio specialista, sempre nell’ambito di uno stile di vita sano e un adeguato allenamento.

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